
La legge di bilancio 2019, approvata alla Camera lo scorso 30 Dicembre, ha introdotto alcune modifiche sostanziali al Piano Industria 4.0. L’obiettivo del Governo – si legge nel testo – è quello di «favorire processi di trasformazione tecnologica e digitale secondo il modello Industria 4.0», con particolare riguardo nei confronti delle PMI.
Cosa prevede in concreto la nuova legge?
Tra le misure più di rilievo, senza dubbio, vi è la proroga dell’agevolazione dell’iper ammortamento. Introdotto con il cosiddetto decreto Industria 4.0 del MISE, l’iper ammortamento è un’agevolazione per i soggetti titolari di reddito d’impresa che acquistano determinate tipologie di beni materiali strumentali nuovi e beni immateriali funzionali alla trasformazione tecnologica e digitale dei processi produttivi . Detto altrimenti è una misura che supervaluta ai fini fiscali gli investimenti che le imprese fanno per l’acquisto di beni ad alto contenuto tecnologico e digitale.
La legge di Bilancio 2019 conferma l’iper ammortamento per tutto il 2019, modulando però il beneficio a seconda dell’importo degli investimenti effettuati, al fine di favorire le piccole e medie imprese.
Per effetto della proroga, l’agevolazione è applicabile alle strutture produttive situate in Italia per gli investimenti effettuati entro il 31 Dicembre 2019 o entro il 31 Dicembre 2020 a condizione che entro la data del 31 Dicembre 2019 il relativo ordine risulti accettato dal venditore e sia avvenuto il pagamento di acconti in misura almeno pari al 20% del costo di acquisto.

La novità introdotta dalla nuova legge di bilancio riguarda la definizione degli scaglioni di spesa in base ai quali variano le percentuali dell’incentivo (finora era prevista una maggiorazione fissa del 150%).
Per gli investimenti in beni materiali strumentali nuovi effettuati a partire dall’ 1 Gennaio 2019, ovvero entro il 31 dicembre 2020 secondo le condizioni di cui sopra (entro il 31 dicembre 2019 ordine accettato dal venditore e avvenuto pagamento di acconti in misura almeno pari al 20% del costo di acquisto), la maggiorazione risulta variabile secondo le seguenti aliquote:
- 170% per investimenti fino a 2,5 milioni
- 100% per investimenti oltre 2,5 milioni e fino a 10 milioni
- 50% per investimenti oltre 10 milioni e fino a 20 milioni
- nessuna maggiorazione per investimenti oltre i 20 milioni
Il meccanismo è a scalare e l’extra-deduzione contabile sarà maggiore per gli investimenti di importo più contenuto. Facciamo un esempio: se un’azienda effettua un investimento ad alto carattere tecnologico per un importo totale di 7 milioni di euro, si applicherà l’iper ammortamento del 170% per i primi 2,5 milioni e del 100% ai restanti 4,5 milioni.
Come si può ben capire, la logica di questa ripartizione agevola gli investimenti di dimensione minore, favorendo di fatto le Piccole e Medie Imprese, riducendo invece l’incentivo per le imprese più grandi, che si presume abbiano già effettuato investimenti negli anni precedenti.
Per gli investimenti effettuati nel 2019, ma per i quali entro il 31 dicembre 2018 sia stato pagato l’acconto del 20%, la maggiorazione rimane del 150%, come previsto dalla normativa precedente a prescindere dal quantum di investimenti.
L’agevolazione dell’iper ammortamento è applicabile agli investimenti in beni materiali strumentali nuovi, funzionali alla trasformazione tecnologica e/o digitale secondo il modello Industria 4.0, ricompresi nell’allegato A annesso alla legge di bilancio 2017. Tra questi, figurano, principalmente:
- beni strumentali il cui funzionamento è controllato da sistemi computerizzati o gestito tramite opportuni sensori e azionamenti;
- sistemi per l’assicurazione della qualità e della sostenibilità;
- dispositivi per l’interazione uomo macchina e per il miglioramento dell’ergonomia e della sicurezza del posto di lavoro in logica «4.0»
E i beni immateriali?
Per i soggetti che beneficiano della maggiorazione dell’iper ammortamento e che, nel medesimo periodo d’imposta, effettuano investimenti in beni immateriali strumentali ricompresi nell’allegato B alla legge di Bilancio 2017 (cosiddetti software stand alone, ovvero software non necessari al funzionamento della macchina), il costo di acquisizione è maggiorato del 40%.
Non è stato riproposto invece il super ammortamento del 30%, pertanto, è possibile fruire dell’agevolazione solo a condizione che la conferma dell’ordine ed il pagamento di un acconto di almeno il 20 % siano avvenuti entro il 31 dicembre 2018 e che il bene venga consegnato entro il 30 Giugno 2019.
Con una norma di carattere interpretativo, viene precisato che sono ammissibili al superammortamento anche i costi sostenuti a titolo di canone per l’accesso, mediante soluzioni di cloud computing, ai beni immateriali di cui all’Allegato B della legge di Bilancio 2017, limitatamente alla quota del canone di competenza del singolo periodo di imposta in vigenza della disciplina agevolata
Per la definizione di beni immateriali si può consultare invece l’Allegato B della legge di Bilancio 2017).
Quali agevolazioni per la formazione?
La legge di bilancio ha previsto anche un credito d’imposta per le attività di formazione del personale negli ambiti funzionali al processo di trasformazione tecnologica e digitale 4.0. Anche qui le agevolazioni sono ripartite in base alla dimensione d’impresa:
- 50% delle spese ammissibili per le piccole imprese con un limite massimo di 300.000€
- 40% delle spese ammissibili per le medie imprese con un limite massimo di 300.000€
- 30% delle spese ammissibili per le grandi imprese con un limite massimo di 200.000€
La legge interviene inoltre sulla Nuova Sabatini, ovvero il bonus riconosciuto dal MISE alle PMI a copertura degli interessi sui finanziamenti bancari (leasing e chirografari finalizzati) per gli investimenti volti all’acquisto di beni strumentali: macchinari, attrezzature, impianti, beni strumentali ad uso produttivo, hardware, software e tecnologie digitali. Le risorse messe a disposizione in questo caso sono pari a 480 milioni di euro, ripartiti in 48 milioni per il 2019, 96 milioni per ciascun anno dal 2020 al 2023 e altri 48 milioni di euro per il 2024.
Modifiche al ribasso sul fronte del credito d’imposta Ricerca e Sviluppo. Dal 2019 la quota agevolabile passa in linea generale dal 50% al 25% ad eccezione delle spese che riguardano il personale dipendente impiegato nelle attività di R&S e per le spese relative a contratti stipulati con università, enti di ricerca, start up e PMI innovative.
Anche l’importo massimo annuo concedibile a ciascuna impresa cala da 20 a 10 milioni.
FONTI:
https://www.mise.gov.it
https://www.agendadigitale.eu
https://www.ecnews.it